“Oggi il problema da superare – ha detto Casero – è la differenza di tassazione tra le piccole e le grandi imprese”. Per eliminare questo gap, il Viceministro si è detto disponibile a lavorare sulle proposte di Confartigianato ribadite dal Presidente Massimino. A cominciare dall’introduzione dell’Iri, l’imposta sul reddito delle imprese, che estenderebbe alle imprese personali i benefici attribuiti dall’Ires alle società di capitali e consentirebbe alle piccole imprese di reinvestire gli utili in azienda. Il Presidente Massimino ha poi insistito sulle necessità di tassare i redditi delle imprese in contabilità semplificata secondo il criterio di cassa e non di competenza per poter pagare le tasse dopo l’incasso delle fatture. La lista di Confartigianato continua con la richiesta di deducibilità totale dell’IMU sugli immobili strumentali, l’unificazione di IMU e TASI in una imposta unica sui servizi, l’innalzamento della franchigia IRAP, la neutralità fiscale per le cessioni d’azienda a titolo oneroso.
Nel pacchetto di interventi sollecitati da Confartigianato spicca la riforma degli studi di settore sulla quale, il 7 settembre, la Commissione di esperti di Sose ha recepito le richieste di Confartigianato per semplificare gli studi e trasformarli da ‘armi’ di accertamento a strumento di compliance con l’Amministrazione finanziaria, corredandoli di criteri di premialità.
E proprio su questa ‘rivoluzione’ si è soffermato il Viceministro Casero il quale ne ha sottolineato gli obiettivi di semplificazione e comprensibilità e l’addio alla valenza di accertamento a vantaggio degli imprenditori e ha sollecitato a Confartigianato ulteriori contributi di proposte per dare gambe a quella che considera ‘una ridefinizione totale’ degli studi di settore.