LEGGE DI BILANCIO 2017 - LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE
19/10/2016
“La Legge di Bilancio 2017 può e deve individuare e proporre strumenti certi, concreti ed efficaci per il sistema della micro (meno di 10 addetti) e piccole (fino a 50 addetti) imprese che nel nostro Paese rappresentano il 99,4% delle realtà produttive italiane dando lavoro al 66,2% degli occupati”.
Con questa convinzione, e forte della sua profonda conoscenza del tessuto imprenditoriale derivante dalla capillare presenza su tutto il territorio nazionale, Confartigianato Imprese è scesa in campo per far si che proprio lo sviluppo del sistema micro e piccolo imprenditoriale sia messo nelle condizioni di rappresentare uno degli asset fondamentali delle misure contenute nella Legge di Bilancio licenziata dal Governo.
“Le ricerche del nostro ufficio studi confederale – ha evidenziato il presidente della Confartigianato Imprese Crema Pierpaolo Soffientini – mostrano come in questi mesi gli imprenditori siano impegnati in tutti i modi a cogliere i segnali di ripresa che provengono, con intensità e velocità diverse, dai vari territori. Tuttavia sono ancora numerosi gli ostacoli che frenano le potenzialità di sviluppo economico del nostro sistema. Talento e passione dei nostri imprenditori trovano spesso un terreno arido nel nostro Paese dove scelte politiche e culturali non assecondano la propensione a fare impresa, infrastrutture fisiche e immateriali frenano le spinte innovative, vecchi ritardi ed inefficienze croniche scoraggiano gli entusiasmi”.
“Nonostante ciò – ha proseguito il presidente Soffientini – in Italia continuano a nascere ogni giorno 300 aziende artigiane, a conferma del fatto che le difficoltà non hanno piegato lo spirito imprenditoriale degli italiani. E’ un segnale di vitalità che va ulteriormente sostenuto e messo nelle condizioni di esprimersi al meglio e per questo come Confederazione abbiamo ritenuto di elaborare una serie di proposte per la Legge di Bilancio 2017”.
Ecco, in sintesi, le principali proposte di Confartigianato Imprese.
PER UNA NUOVA FISCALITA’ DELLA PICCOLA IMPRESA
1 – Istituzione dell’IRI (imposta sul reddito d’impresa)
I redditi prodotti da imprese individuali e società di persone, imprese che si possono definire personali, entrano nel perimetro, ai fini dell’imposizione diretta, delle persone fisiche con aliquota agevolata (24%).
2 – “Tassazione per cassa” del reddito d’impresa dei soggetti in contabilità semplificata
In tal modo, per le imprese di minori dimensioni (58,2% le imprese in contabilità semplificata) che soffrono gli effetti negativi – sia dei cronici ritardi di pagamento sia del “credit crunch” – il momento del prelievo d’imposta coinciderebbe con le concrete disponibilità finanziarie evitando esborsi per imposte su proventi non ancora incassati.
3 – Definizione dell’autonoma organizzazione ai fini IRAP
Esclusione della sussistenza del presupposto di applicazione IRAP per le imprese in cui l’attività ruota attorno al titolare dell’impresa individuale o al professionista e che utilizzano solo i beni strumentali strettamente necessari per lo svolgimento dell’attività stessa.
4 – Aumento della franchigia IRAP per le piccole imprese
In alternativa al punto precedente si potrebbe aumentare la franchigia IRAP, spettante alle piccole imprese in relazione alla base imponibile, dall’attuale importo di 13.000 euro a 20.000 euro.
5 – Neutralità fiscale delle cessioni d’azienda a titolo oneroso
E’ importante creare le condizioni affinchè i giovani che vogliono mettersi in proprio possano farlo senza dover subire un eccessivo carico fiscale, così come è necessario aumentare la “mobilità delle aziende”. Si potrebbe pertanto estendere, a determinate condizioni, alle cessioni a titolo oneroso di aziende il regime di neutralità fiscale riconosciuto nelle ipotesi di conferimento d’azienda.
6 – Deducibilità integrale dell’IMU dal reddito d’impresa
La deducibilità dell’IMU sugli immobili strumentali all’esercizio dell’attività economica, ferma al 20%, deve divenire totale, magari procedendo gradualmente, in un arco temporale di un triennio.
7 – Unificazione di IMU e TASI in un’imposta unica sui servizi locali
Si ritiene improcrastinabile procedere all’unificazione dei tributi comunali che gravano sulle proprietà immobiliare scongiurando, in ogni modo, qualsiasi aumento della pressione fiscale.
8 – Studi di settore
Il momento è maturo per cambiare passo ed abbandonare completamente l’utilizzo degli studi di settore come strumento di accertamento e valorizzare, nel contempo, le sue potenzialità come elemento di “compliance”.
9 – Proroga degli Eco Bonus a sostegno della crescita
E’ necessario prorogare anche per il 2017 e nelle medesime misure (50% e 65%) le agevolazioni fiscali relative agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica.
10 – Riduzione degli oneri burocratici per le imprese
Deve essere data attuazione alle proposte di semplificazione già presentate al Tavolo tecnico istituito dal Ministero dell’Economia:
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eliminazioni delle comunicazioni black list;
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soppressione dell’obbligo di comunicazione in relazione agli acquisti con San Marino;
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abrogazione dei modelli INTRA acquisti:
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soppressione dell’obbligo di comunicazione dei dati relativi ai beni concessi in godimento ai soci e familiari e dei finanziamenti;
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spostamento del termine di versamento ordinario dei debiti dovuti in base alle dichiarazioni annuali dal 16 al 30 giugno di ogni anno, ovvero al 31 luglio con maggiorazione;
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revisione della misura di maggiorazione dello 0,4% mensile (annuo 4,8%) agganciandola al saggio annuale di interesse legale (attualmente 0,2% annuo);
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spostamento del termine relativo ai versamenti ed agli adempimenti scadenti nel mesi di agosto dal 20 alla fine dello stesso mese;
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unificazione delle scadenze di versamento per i soggetti titolari e non di partita Iva.
11 – Eliminare le misure fiscali introdotte a contrasto dell’evasione che intaccano la liquidità delle imprese
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abrogazione immediata dello “split payment”;
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riduzione al 4% della ritenuta sui bonifici relativi a spese che concedono detrazioni fiscali.
PROPOSTE IN MATERIA DI POLITICA ECONOMICA
1 – Riforma e razionalizzazione degli incentivi
E’ necessario individuare strumenti di sostegno alle imprese semplici e di tempestiva implementazione che rappresentino validi interventi anticiclici.
2 – Interventi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare e del territorio
Necessità di avviare un grane programma di investimenti pubblici e privati legati alla riqualificazione del patrimonio immobiliare e del territorio.
3 – Internazionalizzazione
Diviene essenziale innovare nelle politiche per l’internazionalizzazione con l’obiettivo di interpretare in maniera efficace il potenziale della piccola-media impresa sui mercati esteri.
4 – Interventi a favore della riqualificazione d’impresa
Si ritiene essenziale supportare le imprese esistenti, soprattutto artigianali e manifatturiere, attraverso interventi di riqualificazione a livello aziendale con particolare attenzione alla definizioni di piani di riposizionamento competitivo rispetto alla concorrenza, di miglioramento produttivo, di innovazione di prodotto e processo – soprattutto in ambito digital – nonché di valorizzazione delle risorse umane e di miglioramento del sistema organizzativo interno.
5 – Sostegno della crescita del mercato 4.0 e qualificazione del capitale umano
La rivoluzione digitale e l’adozione di misure connesse all’agenda Industria 4.0 necessitano di strumenti che consentano alle micro e piccole imprese di poter beneficiare dei mutamenti del mercato
6 – Fondo Centrale di Garanzia
Si propone di ridefinire le attuali percentuali di intervento del Fondo per le PMI in materia di garanzia diretta e controgaranzia.
7 – Pagamenti della Pubblica Amministrazione
La soluzione radicale del perdurante problema dei pagamenti della P.A è l’introduzione della “compensazione generale” dei crediti con i debiti tributari, previdenziali e assistenziali.
MERCATO DEL LAVORO
1 – Occupazione giovanile di qualità – Puntare sull’apprendistato
Perseguire una strategia di coerenza nella modalità e negli strumenti impiegati per incentivare l’occupazione giovanile. Bisogna far confluire sull’apprendistato gli incentivi economici finalizzati alla creazione di occupazione giovanile. L’apprendistato è l’unico contratto di lavoro realmente a contenuto formativo che consente un inserimento lavorativo con formazione non solo teorica ma soprattutto pratico. L’apprendistato inoltre è spesso palestra di autoimprenditorialità.
2 – Welfare aziendale
Detassare le prestazioni di Welfare dei Ccnl
3 – Decontribuzione assunzioni a tempo indeterminato, anche selettiva
E’ indispensabile confermare l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato, prevedendo percentuali di decontribuzioni incrementate per situazioni particolari (donne prive di impiego da almeno sei mesi).
4 – Interventi in materia di pensioni
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non escludere gli autonomi
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interventi a favore dei pensionati quali quattordicesima, innalzamento “no tax area” e ricongiunzione non onerosa
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interventi per agevolare l’anticipo della pensione (ape – Ape Social)