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LEGGE DI BILANCIO: LA POSIZIONE DI CONFARTIGIANATO Soffientini: “Si a manovra espansiva a debito per investimenti e non per spese di assistenza”

La “Legge di Bilancio 2019” ha iniziato l’iter parlamentare che si concluderà con l’approvazione definitiva entro il 31 dicembre prossimo.

Questa importante manovra, la prima del cosi detto “Governo del Cambiamento”, sta catalizzando da diverse settimane l’attenzione  del mondo politico-economico e finanziario  nazionale, europeo e internazionale; alimentando quotidiani scontri tra le nostre forze politiche; minacciando insanabili crisi tra le istituzioni nazionali e quelle comunitarie; provocando forti tensioni nel mondo economico-finanziario e ipotizzando preoccupanti scenari per cittadini e imprese del nostro Paese.

Di sicuro il clima che si sta vivendo non è né bello né incoraggiante. I toni contrapposti, sempre più scaduti, urlati e poco rispettosi, di un mondo politico-istituzionale praticamente diviso su tutto, le ripercussioni negative - per ora limitate ma significative e da non sottovalutare - su borsa e spread che da settimane si stanno registrando, le incognite legate alle scelte di politica monetaria che dal 2019 verranno attuate dalla Bce, a cui si sono recentemente aggiunti i dati tutt’altro che incoraggianti relativi alle ultime rilevazioni sull’economia reale, e in generale il clima di incertezza e diffidenza crescente che si respira nel Paese non possono certo indurre a guardare al futuro con serenità e ottimismo.

Difficile ipotizzare come andrà a finire, chi vincere i “braccio di ferro” attualmente in corso e quali le conseguenze reali che si avranno sul mondo produttivo-occupazionale, risparmio e stato sociale una volta approvata la Legge di Bilancio.

Molte sono le aspettative per certe misure presentate come “epocali ed innovative”, così come altrettanto numerosi sono i dubbi e le perplessità sull’effettiva efficacia e bontà di quanto il Governo intende proporre.

In attesa di conoscere nel dettaglio tutti i contenuti della manovra e come alla fine dell’iter parlamentare verrà realmente varata, abbiamo chiesto al presidente della Confartigianato Imprese Crema Pierpaolo Soffientini qual è l’orientamento del mondo delle imprese, soprattutto quelle micro e piccole, verso la Legge di Bilancio.

In premessa è opportuno sottolineare che Confartigianato condivide l’impostazione espansiva della manovra anche a debito purchè fatta più di spese per investimento che di spese per assistenza. Gli artigiani e i piccoli imprenditori non si spaventano di contrarre debiti, se sono per investimenti – ha esordito Pierpaolo Soffientini, riprendendo le posizioni più volte espresse in questo periodo dalla Confederazione nazionale – Per realizzare davvero il cambio di rotta che il governo intende attuare e per raggiungere gli ambiziosi e coraggiosi obiettivi di crescita che si è posto, è necessario liberare risorse per lo sviluppo e ridurre spesa e tassazione al fine di suscitare fiducia e aspettative di crescita in consumatori, imprese e investitori, anche a livello internazionale. D’altro canto, va verificata con grande attenzione la sostenibilità della manovra laddove le spese sono di natura assistenziale”.

In linea di massima si conoscono i contenuti di alcune misure che inciderebbero direttamente sul mondo produttivo. Che valutazione date?

“Non possiamo che valutare positivamente la misura tendente alla riduzione della pressione fiscale sia sulle piccole imprese sia sulle aziende di maggiore dimensione con gli sgravi sugli utili reinvestiti in ricerca, sviluppo, macchinari e assunzioni. Su questo fronte è necessario insistere, procedendo nella direzione di ridurre il costo del lavoro con altri interventi concreti a partire dalla rimodulazione delle tariffe Inail a carico degli imprenditori artigiani.ha proseguito il massimo rappresentante cremasco di Confartigianato Così come non possiamo che esprimere apprezzamento e appoggio per le proroghe delle detrazioni fiscali per la ristrutturazioni degli immobili e la riqualificazione ed efficienza energetica, l’acquisto di mobili, la cura e sistemazione del verde che da alcuni anni rappresentano una vera e propria ‘ancora di salvezza’ per il settore dell’edilizia e la ‘filiera casa’ in genere che non si è ancora ripresa dagli effetti pesantissimi della crisi. Valutazione positiva, in termini di semplificazione e possibili risparmi d’imposta, anche per l’innalzamento del regime forfettario sino a 65.000 euro”.

Vi sono anche degli interventi, però, che non incontrano la vostra condivisione?

“Entrando nel merito dei problemi specifici ci preoccupano alcuni provvedimenti adottati oppure non affrontati. Sicuramente siamo contrari all’abrogazione dell’entrata in vigore dell’Iri, il regime fiscale che avrebbe permesso a imprese individuali e a società di persone di separare il reddito dell’impresa da quello personale. Preoccupa poi la mancanza della proroga del blocco dei tributi regionali e comunali (irpef, imu, tari, ecc), che consentirà di aumentare ulteriormente il già insostenibile prelievo fiscale tramite i prelievi degli enti locali. Sempre su questo tema, chiediamo in particolare che venga prevista la totale deducibilità dell’Imu corrisposta sugli immobili strumentali delle imprese. Nelle misure per la crescita siamo fortemente rammaricati per la mancata proroga del superammortamento, misura che ha consentito a molte imprese di rinnovare o di incrementare la dotazione di beni strumentali guadagnando in competitività”.

Quali altri interventi vorreste venissero previsti dalla Legge di Bilancio del prossimo anno?

“Tra le misure più utili per dare impulso alle attività imprenditoriali vi sono gli investimenti pubblici in infrastrutture, in particolare con lo sblocco dei bilanci dei Comuni virtuosi, e finalmente un deciso intervento di sburocratizzazione e semplificazione. -  ha concluso il presidente Soffientini –  Auspichiamo un’anticipazione della revisione del Codice degli appalti per consentire una concreta applicazione dell’affidamento delle opere alle imprese ‘a chilometro zero’. Ribadiamo con convinzione le necessità di verificare con grande attenzione la sostenibilità della manovra laddove le spese sono di natura assistenziale. Non è accettabile che gli artigiani versino contributi all’INPS per decenni e si ritrovino poi a percepire una pensione pari a quella di chi riceverà la pensione di cittadinanza senza aver versato nulla alle casse previdenziali. Sì al lavoro di cittadinanza, no al reddito di cittadinanza”.

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