CONFARTIGIANATO IMPRESE: All'edizione annuale di Match Point focus sull’Europa, tra crisi d’identità e buona politica a misura di Mpi
9/11/2024
No a un’Europa tecnocratica e frammentata, sì all’Europa della buona politica comune, ambiziosa, sostenibile e capace di accompagnare lo sviluppo del suo tessuto produttivo, composto da 23,3 milioni di artigiani e Pmi, che rappresentano il 99,8% delle aziende europee, generano il 64,4% dei posti di lavoro e creano il 52,% del valore aggiunto nell’Ue.
E’ il messaggio che il Presidente di Confartigianato Marco Granelli ha lanciato in apertura dei lavori di ‘Match Point’, il consueto appuntamento annuale dopo la pausa estiva svoltosi a Roma il 9 e 10 settembre, in cui la Confederazione ha riunito i vertici delle Associazioni territoriali e Federazioni Regionali per fare il punto sui temi e con i protagonisti dell’attualità economica e politica e sulle sfide che attendono l’Italia e gli imprenditori.
All’evento, a cui hanno partecipato il Presidente della Confartigianato Imprese Crema Piepraolo Soffientini e il Segretario Giulio Baroni, è intervenuto, tra gli altri, il Ministro degli Esteri e Vice Presidente del Consiglio Antonio Tajani, il quale, alla viglia della manovra economica, ha indicato le ipotesi sulle quali il Governo sta lavorando.
Quest’anno il dibattito di Match Point si è concentrato su “Europa, imprese e mercato: le ragioni di una ‘necessità” per indicare che l’Ue è chiamata ad una sfida imperdibile: deve superare la crisi d’identità e rilanciare il proprio ruolo politico ed economico, deve creare le opportunità utili a tutti gli imprenditori per competere sui mercati internazionali. Ora o mai più. “Le aspettative delle imprese – ha detto Granelli – sono alte per un cambio di passo che produca azioni efficaci e che ci restituisca il valore dello stare in Europa, convinti, come siamo, che nessuno si salva da solo”.
Le indicazioni su cosa e come deve cambiare sono arrivate dai numerosi relatori, moderati dai giornalisti Ferruccio De Bertoli e Monica Maggioni, che si sono alternati sul palco di Match Point: rappresentanti del Governo italiano e delle istituzioni Ue, esperti ed osservatori internazionali, docenti universitari, giornalisti, divulgatori.
Le prospettive dell’Europa e le condizioni per il rilancio delle piccole imprese nel contesto Ue sono state al centro dell’intervento di Enrico Letta, Presidente di Jacques Delors Institute, il quale ha sottolineato che soltanto il 17% delle Pmi europee sfrutta le opportunità del mercato unico.
Proprio sulle regole e sulla governance dell’Ue si è sviluppato il confronto che ha approfondito il tema delle politiche fiscali e del nuovo patto di stabilità con l’intervento di Heiner Flassbeck, professore onorario all’Università di Amburgo e già Viceministro delle Finanze della Germania.
I compiti del nuovo Parlamento Ue e il rapporto con gli stakeholder, sono stati analizzati da Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles del Corriere della Sera.
Riccardo Crescenzi, professore di Geografia economica alla London School of Economics and Political Science e Roberto Amore, Consigliere economico della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, hanno approfondito il tema dei costi della transizione green con la necessità di mobilitare investimenti pubblici e risorse private.
L’esito delle elezioni e il ruolo delle due grandi schieramenti politici europei sono stati tra gli argomenti affrontati da Gilles Gressani, Direttore della rivista ‘Le Grand Continente’ e docente a Sciences Po.
Il rilancio dell’Europa e il recupero di competitività dell’Italia – ha detto Alec Ross, imprenditore ed esperto di politiche tecnologiche – passa anche dalla capacità di sfruttare le opportunità dell’intelligenza artificiale, e le raccomandazioni di Ross alle imprese italiane “compresse da un contesto europeo e italiano burocratico”, sono quelle di “puntare sul talento dei giovani, sulla collaborazione in squadra, sulla creatività e sull’eccellenza tipica delle produzioni made in Italy che incrocia umanesimo e innovazione tecnologica.
Le contraddizioni e le debolezze dell’Europa sono state messe in evidenza da Lucio Caracciolo, direttore della rivista ‘Limes’, il quale si è detto preoccupato per l’assenza di una politica di prospettiva”.