venerdì 26 aprile 2024 Vai al profilo Facebook dell'Associazione

ACCONCIATORI E ESTETISTE APERTI IN ZONA ROSSA: LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO

Confartigianato giudica “incomprensibile e inaccettabile” l’ipotesi di chiudere le attività di barbieri e parrucchieri nelle zone rosse, secondo le anticipazioni sulla bozza del prossimo Dpcm.  “Si tratterebbe di un provvedimento ingiustificato nei confronti delle imprese di acconciatura – ha sottolineato Roberta Porchera referente delle categorie Benessere della Confartigianato Imprese Crema – che in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti”.

La nostra azione negli ultimi mesi è stata rivolta a far sì che venisse superato il clamoroso errore di aver disposto le chiusure dei centri estetici nelle ‘zone rosse’ – ha proseguito Roberta Porchera – e la recente sentenza del Tar del Lazio pareva avesse finalmente fatto giustizia di questa anomalia. Ecco, invece, la spiacevole quanto inattesa sorpresa della ipotizzata chiusura anche di acconciatori-parrucchieri e barbieri nelle ‘zone rosse’ facendo così venir meno per la popolazione il naturale riferimento per la cura del corpo, ritenuto essenziale nelle attività dei servizi alla persona”.

“La sospensione delle nostre attività svolte in sicurezza finirà per innescare l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che rappresentano il vero pericolo per la salute dei cittadini – ha evidenziato la referente delle categoria benessere dell’Associazione di via IV Novembre – oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola. Senza considerare che, a fronte di ulteriori misure restrittive, gli imprenditori non possono attualmente contare su alcuna certezza per quanto riguarda gli interventi di ristoro”.

“A questo proposito è opportuno rilevare che, in base ai dati elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, per l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di estetica hanno registrato una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo. – ha concluso Roberta Porchera – Per tutti questi motivi come Confederazione chiediamo al Governo di riconsiderare le misure restrittive riguardanti le attività di acconciatura e di estetica, consentendone lo svolgimento anche nelle ‘zone rosse’, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore”.

Come sempre sostenuto in questi mesi, dunque, la richiesta di Confartigianato Benessere è quello di prevedere nei prossimi provvedimenti una situazione che consenta alle imprese regolari di operare con serenità, nell’osservanza delle regole a tutela della salute dei cittadini, dell’economia del settore e dello stesso Paese.

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